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Valutazione dei rischi da Technostress

Ragosta Maria Chiara

10 giu 2024

💻📱I Modelli OBI e SOGI: Impatti, Rischi e Strategie di Prevenzione

In Europa da molti anni cresce l’impegno delle aziende nel prevenire, riconoscere ed eliminare le cause del disagio psico-fisico nei luoghi di lavoro, piuttosto che limitarsi a trattarne le conseguenze. La prevenzione si configura come un intervento fondamentale per il raggiungimento del benessere in ambito lavorativo.


Negli ultimi anni, l’uso intensivo delle tecnologie digitali ha trasformato profondamente il mondo del lavoro. Se da un lato la digitalizzazione ha migliorato l’efficienza e la produttività, dall’altro ha introdotto nuove fonti di stress legate all’utilizzo costante di dispositivi elettronici e alla gestione continua di flussi informativi. Questo fenomeno, noto come tecnostress, rappresenta un rischio emergente per la salute e la sicurezza dei lavoratori. La crescita delle tecnologie ha portato infatti ad un aumento considerevole del carico psicologico del lavoratore sia dal punto di vista lavorativo sia da quello psicosociale, comportando l'adozione di misure di prevenzione nei luoghi di lavoro sempre più attente e specifiche. Nel 2007 il tecnostress è stato riconosciuto come malattia professionale e rientra nell'obbligo di valutazione dei rischi ai sensi del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro D.Lgs 81/08. Varie sono le metodologie di analisi.


Nel 1999 il NIOSH definisce lo stress da lavoro correlato come un “Insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore. Lo stress connesso al lavoro può influire negativamente sulle condizioni di salute e provocare infortuni”.


Il tecnostress invece si presenta come una zona solo parzialmente sovrapponibile allo stress lavoro correlato, poiché il tecnostress non ha solo origini lavorative, ma può derivare anche da scelte individuali del soggetto che, inconsapevolmente e volontariamente, ne diventa vittima, indipendentemente da ogni necessità lavorativa e da ogni reale esigenza di vita.


Tecnostress: cos’è e quali sono i rischi


Il termine tecnostress è stato introdotto da Craig Brod nel 1984 e si riferisce all’insieme di effetti psicofisici negativi causati dall’uso eccessivo o inappropriato delle tecnologie digitali.

Le principali cause di tecnostress possono includere:

- Sovraccarico informativo: eccesso di email, notifiche e dati da elaborare in tempi brevi.

- Pressione da iperconnettività: aspettative di reperibilità continua, anche fuori dall’orario di lavoro.

- Difficoltà di adattamento ai nuovi strumenti digitali: aggiornamenti costanti delle tecnologie che richiedono un apprendimento continuo.

- Riduzione delle interazioni sociali dirette: l’uso prevalente di strumenti digitali può ridurre il contatto umano e aumentare il senso di isolamento.


Le conseguenze del tecnostress possono essere significative, sia a livello individuale che aziendale:

- Effetti sulla salute: ansia, affaticamento mentale, disturbi del sonno, riduzione della capacità di concentrazione.

- Riduzione della produttività: difficoltà a gestire le attività lavorative in modo efficace.

- Aumento del rischio di errori e incidenti: stress e affaticamento possono compromettere la sicurezza sul lavoro.


Per valutare e gestire il tecnostress in azienda, esistono vari modelli di riferimento.

I due modelli che andremo ad analizzare, per una efficace valutazione sono il modello OBI – Organizational and Behavioral Inventory, che consente di analizzare il livello di stress tecnologico all’interno delle organizzazioni e individuare strategie di prevenzione mirate, ed il modello SOGI (Strumento Organizzativo di Gestione Integrata del Tecnostress).


Differenze tra i modelli OBI e SOGI


l modello OBI e il modello SOGI sono entrambi strumenti utilizzati per la valutazione del rischio da tecnostress, ma hanno finalità, struttura e ambiti di applicazione differenti. Vediamo insieme le principali differenze:


🔹 Modello OBI (Organizational and Behavioral Inventory)

Finalità:

Valutare il rischio da tecnostress a partire dal comportamento dei lavoratori e dalle caratteristiche organizzative che possono influenzarlo.

Caratteristiche principali:

- È centrato sull’analisi dei comportamenti e dei contesti organizzativi.

- Indaga il livello di sovraccarico tecnologico, la percezione di stress legata all’uso delle tecnologie, le competenze digitali, il supporto ricevuto e le conseguenze psicofisiche.

- Utilizza questionari individuali e griglie di osservazione per raccogliere dati.

- Mira a individuare i fattori di rischio specifici in azienda e a proporre azioni correttive personalizzate.

Approccio:

Psico-organizzativo e comportamentale.


🔹 Modello SOGI (Strumento Organizzativo di Gestione Integrata del Tecnostress)

Finalità:

Valutare e gestire il rischio da tecnostress in modo integrato, partendo da una lettura sistemica e organizzativa dell’intero processo aziendale, anche in relazione al Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).

Caratteristiche principali:

- È uno strumento più strutturato e sistemico, che integra la valutazione del tecnostress nel sistema di gestione della sicurezza aziendale.

- Si basa su indicatori oggettivi e soggettivi: livelli di connessione, tempi di utilizzo delle tecnologie, feedback dei lavoratori, politiche aziendali, modalità organizzative.

- Fornisce un percorso guidato per integrare la valutazione nel DVR, con proposte di misure organizzative, formative e gestionali.

- È molto utile nei contesti dove si vogliono formalizzare politiche aziendali preventive rispetto al tecnostress.

Approccio:

Organizzativo, gestionale e normativo.


✅ Quando usare OBI e quando usare SOGI

- Modello OBI: quando l'obiettivo è comprendere come i lavoratori vivono la tecnologia, e intervenire su comportamenti e carichi mentali.

- Modello SOGI: quando si vuole strutturare un'analisi aziendale completa, documentata e integrata nel sistema di sicurezza e prevenzione.


Entrambi, comunque, possono essere complementari in un approccio completo alla prevenzione del rischio da tecnostress.


Il Modello OBI per la valutazione del tecnostress


Il modello OBI (Organizational and Behavioral Inventory) è uno strumento utilizzato per valutare il livello di rischio da tecnostress all’interno delle aziende.


Come funziona il modello OBI?

Il modello si basa su un’indagine che analizza diversi aspetti dell’interazione tra lavoratore e tecnologia, suddivisi in quattro categorie principali:


1. Carico tecnologico

- Numero e complessità degli strumenti digitali utilizzati.

- Tempo medio trascorso in attività digitali.

2. Pressione lavorativa e digitale

- Esigenza di essere sempre reperibili.

- Frequenza e urgenza delle comunicazioni digitali.

3. Capacità di adattamento e formazione

- Livello di competenza nell’uso delle tecnologie.

- Supporto aziendale nell’apprendimento di nuovi strumenti.

4. Effetti psicofisici e organizzativi

- Livello di stress percepito dai lavoratori.

- Impatto sulle dinamiche di gruppo e sulla comunicazione interna.


Attraverso un’analisi basata su questionari e osservazioni, il modello OBI permette di identificare le aree critiche e proporre azioni correttive mirate.


Strategie di prevenzione e gestione del tecnostress


Per ridurre il rischio di tecnostress e migliorare il benessere dei lavoratori, le aziende possono adottare diverse strategie:


1. Regolamentazione dell’uso delle tecnologie

- Definire politiche aziendali che limitino l’iperconnessione, stabilendo orari chiari per l’invio di email e messaggi di lavoro.

- Promuovere il diritto alla disconnessione, evitando che i lavoratori siano costantemente reperibili fuori dall’orario lavorativo.

2. Formazione e supporto ai lavoratori

- Organizzare corsi di formazione sull’uso efficace degli strumenti digitali per ridurre la complessità percepita.

- Fornire supporto tecnico per risolvere rapidamente eventuali problemi legati alla tecnologia.

3. Promozione del benessere psicofisico

- Integrare programmi di gestione dello stress, come mindfulness o tecniche di rilassamento.

- Favorire pause regolari durante la giornata per ridurre l’affaticamento mentale.

4. Riprogettazione dei flussi di lavoro

- Ottimizzare l’uso della tecnologia per evitare sovraccarichi informativi.

- Favorire una comunicazione più efficace, riducendo la dipendenza da email e messaggi istantanei a favore di incontri strutturati.


Conclusioni


Il tecnostress è una problematica sempre più rilevante nel contesto lavorativo moderno e richiede un approccio strutturato per essere affrontato in modo efficace. Il modello OBI rappresenta un valido strumento per identificare i fattori di rischio e implementare soluzioni mirate.


Adottare strategie di prevenzione non solo tutela la salute dei lavoratori, ma contribuisce anche a migliorare la produttività e il clima organizzativo, creando un ambiente di lavoro più equilibrato e sostenibile.

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