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NUOVA 
Direttiva UE

"Casa Green"

Il 15 marzo 2023, il Parlamento europeo ha approvato la direttiva UE sulle "case green", una componente del pacchetto di riforme Fit for 55 proposto dalla Commissione europea per migliorare le performance energetiche degli edifici. Questa direttiva, ufficialmente nota come Energy Performance of Building Directive (EPBD), ha l'obiettivo di riqualificare il parco immobiliare dell'UE e aumentarne l'efficienza energetica. Il testo della direttiva potrà subire modifiche prima di diventare definitivo.

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Il principale obiettivo della direttiva è di intervenire prioritariamente sul 15% degli edifici più energetivori per ogni Stato membro, classificati nella classe energetica G, che è la più bassa.

In Italia, questo intervento riguarda circa 1,8 milioni di edifici residenziali su un totale di 12 milioni, secondo i dati dell'Istat. Tuttavia, il processo del Trilogo, che coinvolge i negoziati tra le istituzioni europee, deve ancora essere completato per definire il testo definitivo e raggiungere l'obiettivo finale di ridurre le emissioni di gas serra e il consumo di energia degli immobili residenziali in tutti gli Stati membri.

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Sono previste sanzioni nel caso di mancato adeguamento alle disposizioni della direttiva "case green". Queste possono includere il divieto di vendita o di affitto delle case non conformi. Tra i potenziali rischi associati al mancato adeguamento c'è anche la possibilità di una perdita di valore dell'immobile. Pertanto, è fondamentale che i proprietari e gli operatori immobiliari tengano conto delle normative e intraprendano azioni correttive per garantire la conformità e mitigare qualsiasi rischio di sanzioni o perdita di valore dell'immobile.

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Sul piano operativo, spetta agli Stati membri definire non solo eventuali esenzioni dalla normativa, ma anche tutte le misure e gli incentivi necessari per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla direttiva "case green". Il margine di applicazione della direttiva è ampio, consentendo agli Stati membri di adattare gli obiettivi in base alla disponibilità di manodopera qualificata e alla fattibilità tecnica ed economica dei lavori di ristrutturazione.

Ciascun Paese è tenuto a redigere un piano nazionale di ristrutturazione realistico, che includa misure volte a facilitare l'accesso a finanziamenti su misura, un sistema di premi e vantaggi per coloro che avviano ristrutturazioni significative, sovvenzioni destinate alle famiglie vulnerabili e l'istituzione di punti informativi gratuiti sull'efficientamento energetico degli edifici. Queste misure sono cruciali per garantire il successo dell'implementazione della direttiva a livello nazionale e per incentivare il rispetto degli standard energetici stabiliti.

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Secondo le stime dell'Associazione Italiana dei Costruttori Edili (Ance), su 12 milioni di edifici residenziali in Italia, oltre 9 milioni non risulterebbero idonei a rispettare le performance energetiche richieste. Inoltre, secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA), circa il 75% degli immobili presenti nei comuni italiani sarebbe stato realizzato prima dell'entrata in vigore della Legge 10/1991, la normativa che regola i consumi energetici negli edifici pubblici e privati.

Sempre secondo le stime dell'ENEA, il 74% delle abitazioni italiane, pari a 11 milioni di unità, sarebbe classificato in classi energetiche inferiori alla D, con il 34% in classe G, il 23,8% in classe F e il 15,9% in classe E.

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In base alla direttiva UE "case green", almeno due milioni di edifici in Italia dovranno essere ristrutturati entro il 2033 perché non conformi alle regole stabilite dalla direttiva. Per rendere concretamente applicabile la direttiva europea, diventa fondamentale l'implementazione di una politica di incentivazione fiscale adeguata, volta ad agevolare il processo di ristrutturazione e a promuovere l'adozione di soluzioni integrate per ogni edificio.

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